Ricominciare da zero [Capitolo 3°]

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N.B.  Questo post l'ho scritto a dicembre 2018; ho preferito lasciarlo esattamente come l'ho scritto allora, per ricordare meglio a me stessa come mi ha fatto sentire ricominciare da zero e per far capire meglio a te, che lo stai leggendo adesso, il mio stato emotivo.

Per chi non mi conoscesse personalmente, al momento mi destreggio fra due lavori: il lavoro di SEO copywriter è quello che faccio di notte (per ora e spero non per molto); di giorno, sono un'ordinaria dipendente presso una catena di supermercati.

Qualche mese fa ho preso la decisione di chiedere il trasferimento a Silvano d'Orba, in provincia di Alessandria.

ricominciare da zero - ovada d'invernoPer chi non conoscesse questi posti, ricordano un po' la Toscana dell'entroterra: vasti campi coltivati e lunghe strade con velocità a 70 km orari che ti permettono di arrivare dappertutto in un attimo; talvolta nebbia, parecchio mal tempo, neve nei mesi più freddi e poche cose da fare durante l'inverno.

Diciamo che, se sei un amante degli scenari horror, è il posto che fa per te.

In realtà d'estate sono posti bellissimi, d'inverno poco frequentati ma, per me, è un gran punto di forza: io ho sviluppato una certa intolleranza verso l'umanità, in particolare verso il turista balneare pretenzioso che si presenta sistematicamente tutte le estati in riviera.

Perdonatemi, non ce l'ho personalmente con voi: è che siete troppi, vi riposate mentre io lavoro fortissimo e vi invidio. Semplicemente.

Perché ho lasciato la riviera ligure per un posto così? Perché dovevo fare qualcosa per poter inseguire i miei sogni e smetterla di rifugiarmi nel "tanto è solo un hobby e tale rimarrà".

Rimanere nel limbo o ricominciare da zero?

Ero ad un bivio spaventoso: avevo un lavoro full-time a tempo indeterminato che mi faceva penare tantissimo e un potenziale secondo lavoro che mi piaceva da morire, ma ancora allo stato embrionale a causa della mancanza di tempo da dedicarci.

Con un affitto piuttosto alto e delle bollette da pagare, come potevo disincastrarmi da questa situazione?

Semplice: mi trasferisco in un posto dove la vita costa meno.

Devo dire che sono stata fortunata, perché mi hanno accontentata nel giro di un paio di settimane ed è estremamente raro nella mia azienda; mi piace pensare che, siccome avevo ben in mente cosa volevo e ne ero assolutamente sicura, l'universo ha sentito chiaro e forte il mio messaggio e mi ha ascoltata.

Ricominciare da zero in tutti i sensi...

E' passato meno di un mese dalla mia partenza, ma mi sembra di esser via da molto più tempo.

Prova ad immaginarti di trasferirti in un posto così. 

ricominciare da zero - Giardino degli ziiSenza il tuo compagno/marito/compagno di giochi (inizialmente, per ragioni logistiche, ho dovuto trasferirmi da sola), in una casa che non conosci (e meno male che abbiamo degli zii qui, sennò ci toccava pagare doppio affitto per diversi mesi e saremmo stati completamente soli), lasciando indietro le tue cose belline che ti scaldano tanto l'anima - tutto l'archivio di cancelleria, il kit per le saponette fatte in casa, l'uncinetto… con colleghi diversi e diversa mansione.

Perché sì, non mi sono fatta mancare niente: sono passata da cassiera a macellaia.

E ragazzi, non è mica banale!

Vero che non è più come una volta, specie nelle grandi catene come quella per cui lavoro: l'animale non è da macellare ma arriva già diviso in parti. Ma tutta quella parte pesante e splatter è stata prontamente sostituita da tutta una serie di scartoffie e procedure burocratiche che, per carità, sarebbero anche utili e importanti, se solo l'azienda ti mettesse nelle condizioni di poter fare tutto senza morire malissimo.

Perché il lavoro è sempre tanto e il personale non è mai abbastanza (e guai a fare troppi straordinari, o il capo ti impallina)…

Perchè lasciare la riviera?

La Liguria è incredibilmente cara, specie se non hai casa di proprietà. Inoltre mio marito, per poter lavorare, necessita di una connessione internet affidabile; quindi non potevamo infilarci in una casa in mezzo ai monti per abbattere i costi.

Ok, c'è il mare e per molti è una risorsa irrinunciabile. Ma detto francamente, facendo due lavori contemporaneamente, secondo te, quante volte ho visto il mare nelle ultime estati? Poche, te lo assicuro.

Inoltre, con mio sommo piacere, ho scoperto che fare la macellaia non è poi così male, anzi! Sarà che mi piace cucinare e spesso ci si ritrova a parlare di ricette e trucchi per cucinare bene la carne, sarà che mi piacciono i polli arrosti ma oh, a me mi garba tanto. *faccia da pinguina felice*

E, come se non bastasse, hanno anche esaudito un mio desiderio senza nemmeno aver dovuto chiedere: mi hanno passata a part-time, permettendomi di dedicare più tempo a lavorare come SEO copywriter.

Con l'affitto praticamente dimezzato, il carico si era alleggerito notevolmente!

E poi non ne potevo davvero più di fare la cassiera.

Intendiamoci, non sto dicendo che fare la cassiera sia un mestiere degradante, anzi: richiede buona capacità di multitasking, propensione al contatto col pubblico e piacere quasi erotico nel maneggiare continuamente soldi. Ma:

  1. Sono brava nel multitasking, ma mi lascia senza forze;
  2. Sono estroversa e mi piace parlare con le persone, ma in una misura ben al di sotto dei volumi che affronta un cassiere;
  3. I soldi mi mettono l'ansia e maneggiare migliaia di euro che non sono miei, mi fa incazzare tantissimo.

Pensi di non avere radici e invece...

Ebbene, non è facile mollare tutto e andarsene, anche quando non ci sono veri vincoli a fermarti come figli o genitori anziani di cui prendersi cura.

Nei miei interminabili turni da cassiera, numerose casalinghe disperate ed esasperate mi dicevano che avrebbero volentieri fatto la valigia per andarsene su un'isola deserta. Credevo di essere una di loro, e invece mi sbagliavo!

Mi sono sempre vista come una persona spericolata, uno spirito libero, una cittadina del mondo senza paure di fronte al cambiamento…ma la verità è che, questa volta, le radici le avevo messe davvero.

Nonostante qualche difficoltà e qualche "scossa di assestamento", mi ero affezionata alle persone con cui lavoravo, alla routine delle colazioni con i colleghi, le cene con gli amici, la casa con le finestre alla genovese su due livelli e il passare in giro per il paese salutando tutti perché la cassiera, quella di fiducia, viene trattata come una cugina o una nipote.

Perché, in fondo in fondo, mi sentivo in una grande famiglia, con tutti i pregi e difetti che ne conseguono.

Per fortuna esiste internet, un sacco di persone mi scrivono e mi tengono compagnia, il maritino mi fa compagnia via webcam, i nuovi colleghi sono davvero gentili e ho con me il mio beneamato ukulele - fooorse, in caso, se mi gira ma non so, potrei persino pubblicare qualche canzone imparata qui…ma vediamo eh.

Magari per Natale.

O magari no, perché mi vergogno come una ladra.

O magari sì, perché arriverà una sera che sarò troppo ubriaca per trattenermi.

Alla prossima puntata!

Alessia Quigattapennacicova Dal Mondo Ostile, un po' cinciallegra ma mai poiana  

#ovadacomevada

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La ricetta perfetta per ricominciare da zero

Cosa serve per mollare tutto e cambiare vita? Secondo me...

  1.  Un piano diabolico studiato nei dettagli: dove vado, con chi vado, quando vado, quanti soldi mi servono da parte, ecc. Allo sbaraglio si ottengono solo disastri!
  2. Una certa flessibilità: quando sconvolgi profondamente la tua vita, devi poter affrontare gli imprevisti e brevi deviazioni di rotta con una certa serenità. Diversamente, potrebbe essere un processo doloroso e stressante.
  3. Una sana dose di incoscienza: Se ci pensi troppo, finisce che cambi idea. Se hai fatto una buona analisi della situazione iniziale e hai deciso che è arrivata ora di cambiare aria, prendi la decisione e vai. Non cedere ai dubbi e non guardarti indietro!

Anche tu hai bisogno di dare una svolta drastica alla tua vita? Raccontamelo al volo in un commento!

E tu? quando ricominci da zero?

Hai bisogno di suggerimenti col tuo "piano diabolico di cambio vita"? Scrivimi, ti dirò tutto quello che so.

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Cosa fare da grande [Capitolo 2°]

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Marzo 2018 - Bene, era ufficiale: ero incazzata nera per il lavoro che stavo svolgendo e dovevo fare qualcosa.

Ok, ma che cosa? Non mi ero mai chiesta seriamente cosa volessi fare da grande!

Avevo già provato a guardare il lavoro da una prospettiva diversa, provando a convincermi che ero io ad essere inaccontentabile, insofferente o persino troppo ambiziosa per le mie capacità.

Quando siamo in una situazione che non ci piace, è giusto partire come prima cosa da noi stessi e provare a modellarci.

Ma se devo auto-fustigarmi e ridimensionare la mia autostima per poter fare qualcosa, forse è quel qualcosa che non dovrebbe esserci nella mia vita!

Perciò ho cominciato a chiedermi cosa mi avrebbe fatta sentire appagata e ho riflettuto su cosa mi sarebbe piaciuto fare, se avessi avuto la possibilità di scegliere.

Insomma, mi sono posta la fatidica domanda che molte persone si pongono ad un certo punto (o tante volte) nella propria vita...

Cosa voglio fare nella vita?

cosa fare da grande

Mi sentivo inadeguata per qualunque lavoro mi venisse in mente; tutto ciò che mi affascinava prevedeva un lungo ed estenuante percorso universitario e, in quel momento, non avevo né i soldi né la forza d'animo.

E qui è intervenuto Matteo, il mio adorato piccolo Buddha - voi non avete idea, c'ha na pazienza…

Cosa sai fare?

Matteo: "Dai, prendi un foglio e una penna. Comincia a scrivere le cose che sai fare."
Io: "Ehm, e che ne so…beh, so l'inglese e il francese."
Matteo: "Bene, direi che quella può diventare una categoria a sé, visto che mi hai detto che vuoi imparare anche il cinese, il giapponese e lo spagnolo. Aggiungi con un colore diverso le lingue che non sai ancora e che vuoi studiare." *Adoro quando prende sul serio i miei nuovi progetti folli* "Bene, ti viene in mente altro?"

E io, tutta sconfortata: "Mannò, cosa vuoi che sappia fare…"
Matteo: "Va bene, cambiamo categoria. Pensa alle tue abilità personali: non intendo la tua personalità, ma le capacità che ne derivano. Per esempio, una potrebbe essere il multitasking…"
Io: "Ok, è vero, sono brava nel multitasking…"
E poi ne ho aggiunte altre, fra cui la capacità di risolvere problemi efficacemente e rapidamente, rispettare le scadenze, la scrittura, l'essere ordinata (rigorosamente solo sul posto di lavoro, a casa sono un disastro), e una buona memoria.
Finita la prima lista, mi son venuti in mente quegli "insignificanti" 13 anni di studi musicali…come avevo fatto a dimenticarmene? Così ho aggiunto la categoria "musica", tutta contenta di saper fare almeno un paio di cose.

Ma il meglio doveva ancora venire!

Che persona sei?

Matteo: "Bene, ora scrivi gli aspetti del tuo carattere che ti piacciono".
Io: "Ok, staremo qui fino a stanotte".
Matteo: "Dai su, ci sarà pur qualcosa che ti piace di te!"

Dopo lunghe proteste, un paio di piantini e una crisi mistica risolta, sono riuscita a stilare una lista di ben 8 PREGI della mia personalità. Incredibile, non ero da buttare completamente via!

Matteo: "Bene, ora elenca i tuoi hobby, quelle cose che fai tanto per fare."

E via di uncinetto, creazione di gioielli con la pasta di mais, teatro, film, libri, disegnare pulcini buffi…

Matteo: "Ottimo, adesso pensiamo all'immagine che dai di te. Quali qualità hai per presentarti bene con le persone?"

Devo dire che fare canto lirico e calcare il palcoscenico è una roba che mi ha avvantaggiata un sacco: ho potuto aggiungere l'uso della voce (sarei un'ottima centralinista di una linea erotica, ne sono certa), il make up e la capacità di stare su un palcoscenico al centro dell'attenzione senza diventare isterica.

Per ultima (ma non per importanza), abbiamo aggiunto la colonna "Videogiochi". Sì ok, rientrerebbe sotto gli hobby ma, per chi è videogiocatore come me, sa che ci sono mille sottocategorie: gestionali, giochi di carte, rpg, mmorpg, moba, arcade…chi ne ha, più ne metta.

E quindi? Cosa vuoi fare da grande? E perchè lo vuoi fare?

Così Matteo mi chiede: "Ok, di tutte queste cose che sai fare e che ti piace fare, cos'è che ti dà pura gioia? E perché ti piace così tanto farle?"

La conversazione è proseguita per diverse ore ma, alla fine, le pagine del diario erano così:

cosa fare da grandi

Lo so, è in inglese, abbiate pazienza: in quel periodo volevo migliorare il mio inglese e perciò facevo qualunque cosa in quella lingua.

E' venuto fuori che mi piace fare tutto ciò che:
- Mi fa sentire in controllo;
- Calma il senso di inadeguatezza;
- Mi fa raggiungere un certo livello di empatia con l'interlocutore;
- Mi permette di sfruttare la mia capacità di storytelling;
- Soddisfa il desiderio di intrattenere il prossimo.

Ero arrivata al centro del motore della mia esistenza.

Quel breve elenco racchiudeva tutto ciò che ero, tutto ciò che desideravo essere e tutto ciò che volevo dare al mondo.

Così sono tornata all'elenco delle cose che sapevo fare, e ho scritto in una pagina successiva l'elenco delle cose che soddisfavano quei requisiti.

Da lì, la parte più difficile: pensare ai potenziali lavori che rientrassero in quel breve ma intenso elenco.

Lavori che peraltro fossero più qualificati (e maggiormente pagati) della mansione che svolgevo, senza richiedere necessariamente un "pezzo di carta" che attestasse le mie competenze.

Cosa fare da grande: perchè è così difficile capirlo?

Ragazzi, ora la racconto a cuor leggero come fosse una cosa facile, ma è stata una delle esperienze più frustranti della mia vita.

Non è stato facile perché ho dovuto ignorare la mia vocina interiore demoralizzante, la bambina spaventata che c'è dentro di me e ogni tanto mi urla "no, non lo fare!"; scalciava con tutte le sue forze perché, se avessi davvero intrapreso una nuova carriera, rischiavo di rimanere delusa e ferita.

Ma fa più male provare e fallire, o guardarsi indietro e avere il rimpianto di non averci provato?

Sono passate settimane prima di riuscire a scrivere l'elenco di possibili lavori che avrei potuto fare: doveva essere una lista ben nutrita, di almeno una ventina di mansioni e ben diversificate.

Alla fine sono arrivata esattamente a 20, e ho cominciato a confrontarle a coppie, escludendone subito alcune.

cosa voglio fare da grande

Di quelle rimaste, ho fatto delle brevi schede informative, per ottenere un'ulteriore scrematura…

"Last but not least"

Avevo lasciato il copywriting per ultimo. Forse sapevo già che sarebbe stata la risposta alle mie frustrazioni e, allo stesso tempo, non avrei più avuto scuse per procrastinare e rimandare il giorno in cui avrei dovuto rimboccarmi le maniche e mettermi in gioco per davvero. Così ho "perso tempo" cercando info su tutto il resto. Ma il mio nuovo colpo di fulmine era lì ad aspettarmi, indolente…

Era il 9 maggio 2018 e avevo deciso che avrei fatto del copy la mia professione. Ed ero fottutamente terrorizzata.

Avevo già nel mio bagaglio culturale diverse skill che giocavano a mio favore, fra cui una buona dose di intuito e tanta, tantissima volontà. Ma, nonostante ciò, avevo la costante paura di aver preso l'ennesima cantonata e che avrei abbandonato questa novità nel giro di poche settimane.

Non conoscevo niente di quel mondo, non sapevo cosa volesse dire, all'atto pratico, svolgere il mestiere del copy, e la sola idea di prendere la decisione di lasciare un posto fisso mi scatenava una paura primitiva.

Ad oggi è passato solo un anno e tre mesi, ma mi sento come se ne fossero passati cinque.

Sono ossessionata dal copy e dalla SEO, la mia mente non se ne distacca mai.

Non passo un momento senza leggere manuali, siti dei miei competitor, gruppi Facebook e video su Youtube.

Spesso mi ritrovo a riflettere e a scrivere e a pianificare, anche in quello che dovrebbe essere il mio giorno di riposo. Ma è proprio questo il bello.

"Fai un lavoro che è una tua passione, e non lavorerai un giorno della tua vita"

Confucio

Hai bisogno di aiuto per trovare la tua strada e il lavoro dei tuoi sogni? Forse qui trovi quel che fa per te.

Secondo me ci sono stati diversi fattori che mi hanno spinta sulla strada giusta del "lavoro dei miei sogni", ma i più importanti sono stati:

E poi scrivere, scrivere e ancora scrivere, ma non per lavoro: ho riempito il mio diario fino allo stremo, per poi rileggere a distanza di settimane e avere compassione delle mie paure, che quando si è in difficoltà il bambino spaventato dentro di noi di stronzate ne pensa a palate.

Chiedere aiuto è un atto di forza, non di debolezza.

Per me arrivare a quel momento è stato un punto di arrivo, dopo anni di struggimenti e frustrazione.

E' vero, ho avuto la fortuna di incontrare la persona giusta al momento giusto, ma sono sicura che al mondo ci sia un Matteo per ognuno di noi. A volte è già nella nostra vita, basta saper guardare!

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E tu? Sai già cosa fare da grande?

Quello che mi auguro per te che mi stai leggendo, se sei fra quelli che non sanno cosa vogliono fare da grandi e sentono l'urgenza di scoprirlo a tutti i costi, è che possa essere un punto di partenza per una strada magari non facile, ma che porti ad un risultato concreto e ad un percorso sensato, bello, che ti faccia godere il viaggio prima ancora di raggiungere la meta.

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Se ti interessa un ulteriore punto di vista sul tema del cosa fare da grande, trovo molto interessante questo breve video di Marco Montemagno: è chiaro, diretto, ma soprattutto quello che gli inglesi definiscono "sassy". Buona visione!

Per acquistare il libro di cui parla, "Managing oneself" di P. Drucker, puoi trovarlo su Amazon a questo link.

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Prendere consapevolezza con un mood calendar [capitolo 1°]

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PREMESSA: questo è l'inizio del mio percorso, di come sono riuscita a prendere consapevolezza di me e di come stavo gestendo la mia vita (spoiler: male). Questo non significa che tu debba ripercorrere esattamente i miei stessi passi, ma spero tu possa prendere spunto e magari fare meglio.

Buona lettura!

Prendere consapevolezza: tutto cominciò quando...

Ottobre 2017. All'epoca lavoravo ancora come cassiera per una grande catena di supermercati.

Ero sempre arrabbiata: tornavo tutte le sere a casa lamentandomi della maleducazione dei clienti, dell'incapacità dei colleghi, dei datori di lavoro e dell'azienda. Se riconoscevo per strada qualcuno, cercavo di evitarlo cambiando marciapiede o tenendo lo sguardo altrove. Ricordo che sognavo ad occhi aperti scene in cui entravo in negozio con una mazza chiodata, facendo una strage.

Non sopportavo più nessuno ed ero diventata insopportabile.

Solo che non me ne rendevo conto, perché ormai per me era diventata la normalità: dovevo andare a lavorare, dovevo andarci e basta, fino alla pensione. Stop. 

prendere consapevolezza

Lo davo per scontato e non vedevo altre possibilità.

Licenziarsi da un indeterminato, poi? Ma sarai mica matta, mi dicevo.

Finché, un bel giorno, il mio pazientissimo e adorabile marito mi ha fatto notare che così non si poteva andare avanti: la mia frustrazione stava mettendo in crisi anche il nostro rapporto.

Era arrivata l'ora di prendere consapevolezza di me stessa e guardare in faccia la grandiosità dei demoni interiori che mi stavano consumando dentro.

Quante volte davvero tornavo a casa sbraitando di lavoro? Quante volte mi arrabbiavo senza un motivo apparentemente valido? Erano gli altri ad avere i loro problemi e a riversarli su di me o stavo sul serio andando alla deriva? E soprattutto, era l'ambiente di lavoro ad essere sbagliato o ero io in un posto non adatto a me?

Cosa puoi fare quando non sai come quantificare qualcosa? Semplice, trova uno strumento e misurala!

Mentre navigavo senza scopo e senza energie fra un pin e l'altro su Pinterest, mi compare la foto di un calendario dell'umore.

Calendario mensile dell'umore - prendere consapevolezza

Calendario mensile dell’umore

Non era niente di speciale, eppure era un'idea geniale: dovevo solo prendere nota del mio umore, ogni giorno, su un foglio di carta. E potevo essere molto creativa nel farlo, su Internet ci sono un sacco di spunti. Quello qui a sinistra è uno dei miei preferiti in assoluto, perché tiene traccia anche delle ore e della qualità del sonno.

 

 

calendario dell'umore

Calendario dell’umore annuale

Ce n'erano altri che erano strutturati addirittura per l'intero anno, come quello qui a destra -->

A me piace vedere dei risultati immediati e un intero anno mi sembrava un arco di tempo troppo grande per avere un quadro della situazione (ah, maledetta impazienza); inoltre, anche se ho un'ottima memoria per molte cose, ho grosse difficoltà a mantenere degli impegni giornalieri: senza delle sveglie che me lo ricordino, dimentico spesso di prendere le pastiglie o di dare l'acqua alle piante e, molto spesso, suona la sveglia ma dopo 5 minuti ho già dimenticato di dover fare quella cosa. Come i pesci rossi.

E non è che non mi importi di queste cose, so che sono importanti e vorrei farle! Ma tant'è, il mio cervello per qualche motivo fatica a farsele entrare in testa.  Nonostante ciò, volevo provare a prendermi questo piccolo impegno giornaliero e vederne i risultati.

Alla ricerca dell'ispirazione giusta

Per quanto riguarda le ore di sonno, mi sono affidata al mio Smartwatch: oltre a dirmi quante ore effettivamente dormivo, mi indicava le ore di sonno profondo. Più preciso di così non si può.

A me hanno regalato questo, ma ce ne sono davvero per tutti i gusti (e per tutte le tasche).

Invece, per il mood calendar, ho cercato delle immagini di fiori che mi piacessero su Pinterest; ho comprato un diario nuovo e ho riempito diligentemente la prima pagina di 31 graziosi fiorellini, a rappresentare ognuno un giorno del mese. La legenda era la seguente: blu per le giornate felici, giallo per le giornate mediocri e rosso per le giornate brutte.

Alla fine il risultato è stato questo:

Sette, e ripeto SETTE misere giornate buone su 31 giorni del mese, 16 giorni "a mezza botta" e altri sette giorni di tristezza e rabbia repressa.

"Mannò...sarò stanca!" mi dicevo. Insomma, di prendere consapevolezza della situazione nemmeno l'ombra.

Pensando di avere avuto un mese sfortunato, ho proseguito il mese successivo per vedere il bilancio finale.come prendere consapevolezza mood calendar

Guardavo tutti quei fiori rossi e non me ne capacitavo: avevo passato più della metà del tempo ad essere arrabbiata/triste/frustrata. 

Avevo un problema, e anche grosso: stavo avvelenando la mia vita.

Stavo avvelenando me, mio marito e le persone che mi circondavano. Tutto perché vivevo un ambiente di lavoro malsano, svolgevo una mansione monotona, alienante e noiosa che non mi faceva sentire appagata, per un numero di ore ben al di sopra della mia soglia di tolleranza e per una busta paga decisamente non adeguata allo sforzo che stavo compiendo.

Ho preso il coraggio a due mani e ho deciso che dovevo cambiare lavoro, a tutti i costi.

 

Vuoi sapere cosa ho fatto dopo? Te lo dico nel prossimo capitolo.

 

A presto,

Alessia, un po' cinciallegra ma mai poiana

 

 

NOTA BENE: Il calendario dell'umore è solo un pretesto. Per prendere consapevolezza di te, devi prima guardare in faccia quelle parti della tua personalità che tieni rigorosamente seppellite e nascoste dietro una bella facciata di perfezione (quando ci riesci), per paura di chissà cosa.

Perché non provi a compilare un calendario dell'umore? Chissà che non abbia anche tu una grande epifania!

Perché prendere consapevolezza è così importante? Te lo spiego qui.

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