Non sono una femminista (e ne vado fiera)
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No, non sono una femminista.
Ecco, l'ho detto. E tu, cara femminista che mi stai leggendo, starai rizzando il pelo come il più orgoglioso dei gatti persiani.
Ma tu, sei sicura di essere una femminista?
C'è un fenomeno che vedo dilagare in maniera preoccupante e che mi disturba non poco: alcune donne pensano di essere superiori agli uomini. E non sono nemmeno così poche!
Ma facciamo un attimo passo indietro.
Prima di tutta questa rivoluzione di genere, la differenza si riduceva al gioco-forza biologico: l'uomo era (e sottolineo, ERA) tendenzialmente più forte fisicamente della donna. E se io uomo sono più forte posso, nel migliore dei casi, procacciarti il cibo e difenderti dai pericoli, nel peggiore, addomesticarti / schiacciarti / controllarti / dominarti.
L'uomo ha avuto la meglio, nei secoli dei secoli. E pace all'anima di tutte noi.
Poi sono arrivate le suffragette (ma prima di loro Olympe de Gouges, Mary Wollstonecraft e tante altre) e finalmente si è riconosciuto il femminismo, un movimento volto a ottenere la parità politica, sociale, economica dei sessi.
Ma ragazze mie belle, vi siete accorte che il mondo è cambiato?
Ad oggi, sono fermamente convinta che le scissioni biologiche siano ormai diventate ridicole: conosco donne forzute più di Arnold Schwarzenegger e uomini che se devono spostare due scatoloni svengono come delle gentildonne col corsetto. Oggi, la vera forza non è più quella fisica: abbiamo troppi marchingegni che fanno la fatica al posto nostro, la leva militare non esiste più ed essere muscolosi è spesso un vezzo, una dichiarazione di status quo e non una necessità.
L'attenzione si è spostata sulla forza psicologica, sul carisma dei singoli individui e sul fascino del sapere.
La "dominazione" è quasi del tutto mentale, lasciando il concetto di forza fisica agli edonisti e ai traslocatori professionisti.
Ma nonostante ciò, noi donne stiamo passando all'altro eccesso, affermando la nostra superiorità nel tentativo di compensare le nostre insicurezze: e sì che affrontiamo la gravidanza, il parto, la maternità; che gestiamo la casa (non più così vero come una volta); che se ci viene l'influenza non ci buttiamo giù (mentre di uomini che fanno testamento con due linee di febbre ne ho visti eccome…).
Ma loro, gli ometti belli, ci sopportano.
Sopportano gli sbalzi ormonali, le seghe mentali, l'acidità pre-ciclo e le inziative alla Marie Kondo sulla LORO ROBA (perché noi, le scarpe belline che mettiamo una volta l'anno, col cazzo che le buttiamo, giusto?)
Cosa sto cercando di dire? Che la parità dei sessi è una cosa, trattare tutti con lo stesso grado di rispetto è un'altra, pretendere di essere trattate come uomini è una stronzata: non siamo uomini. Siamo un'altra categoria, con un codice di comportamento dedicato.
Gli uomini si prendono a spintoni per fare i coglioni, se lo fanno a voi parte una denuncia per aggressione. Non siete uomini, fatevene una ragione.
Poi vabbé, per la violenza sulle donne non c'è nemmeno da discutere: ci sarebbe da aprire un capitolo a parte su che tipo di provvedimenti adotterei per gli uomini che si sono fermati mentalmente a metà dell'800 (di solito sono procedimenti in cui sono coinvolti i genitali), ma poi passerei per una pazza sanguinaria. E non è carino 😊
Concentriamoci su una visione un po' più ampia: se sei uomo, donna, gay, trans, pansessuale o qualunque altra cosa, non è importante. Non è rilevante.
Parliamo di rispetto delle diversità, di tolleranza, di rispetto degli spazi altrui, rispetto delle convinzioni altrui (nella misura in cui le stesse convinzioni ricambiano il favore perché, se sei un razzista di merda che vuole far partire un nuovo olocausto, meriti il Napalm). Questo è il messaggio da far passare, non quello di promuovere una realtà utopica (e disfunzionale) in cui siamo tutte amazzoni.
Il problema, oggi, non è più essere donne. Il problema è avere a che fare con megalomani, bulli, opportunisti, razzisti e omofobi.
Finché ci saranno persone ad agire in funzione della paura del diverso, del più profondo egoismo o della malattia mentale più recidiva, questo mondo continuerà a fare schifo. Uomo o donna che tu sia.
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